I Pronto Soccorso dell'ASST Brianza, come ormai quelli di tutta la Penisola, sono presi d'assalto a causa dell'aumento dei contagi di questa quarta ondata pandemica. A farne le spese è il personale dei Pronto Soccorso e, in particolare, il personale infermieristico, chiamato ad effettuare, oltre al "normale" superlavoro, anche i tamponi per la diagnosi dell'infezione da COVID-19.
La recrudescenza dell'epidemia, come scrivevo in apertura, ha contribuito ad un incremento dei casi positivi e, di conseguenza, alla necessità di individuare nuove modalità e nuove aree dedicate.
"In aggiunta alle numerose attività quotidiane svolte abitualmente, sul personale grava l' attività di esecuzione dei tamponi rapidi a tutti i pazienti - denuncia Donato Cosi, Segretario Territoriale del NurSind Monza e Brianza - Inoltre, la mancanza di un filtro all’ ingresso, permette il passaggio dell’ utenza nelle diverse aree (sala visite, triage, sala d’attesa attesa interna al PS, radiologia) e impedisce la pronta individuazione di un’eventuale positività al Sars-Cov-2 e la relativa assegnazione del percorso dedicato".
Alla luce di quanto evidenziato, la Segreteria Territoriale NurSind Monza e Brianza ha chiesto all'ASST Brianza tre misure indispensabili:
l’individuazione di un’area dedicata per l’esecuzione di tutti i tamponi;
l’incremento del personale infermieristico;
il riconoscimento dell'indennità di malattie infettive al personale operante nei pronto soccorso (talune volte il paziente positivo rimane in pronto soccorso per 72 ore a causa della mancata disponibilità di un posto letto nel reparto COVID).
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi del caso.
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